Stage Estivo di Judo e Montagna

30 LUGLIO – 6 Agosto 2023

Soramaé – Val di Zoldo

Per iscrizioni compilare la scheda allegata

Avventura e Judo

C’è un solo Judo e diecimila maniere di interpretarlo.

Era ieri che consumavamo le estati, io e qualche altro pazzo, grondando sudore tra forma e non forma, Kata e Randori, fantasia e realtà.

Facevamo di ogni giornata un’avventura totale e di ogni notte un viaggio inaspettato in sogni di cui non si poteva dire perché non c’erano parole per raccontarli.

Era Avventura: del corpo…della mente…del cuore.

Così passo dopo passo, siamo caduti nel tranello e ci siamo innamorati: di un’idea, di un impossibile, di un “Judo dello Spirito” che non trovava eguali.

Ci siamo resi conto che quello che incontravamo lungo il cammino, non era esclusiva solo nostra, di una cultura o di un popolo, ma faceva eco ad antiche esperienze e tradizioni di popoli sparsi ovunque, una Conoscenza planetaria, che prendeva secondo i tempi e gli spazi “abiti e modi” diversi, pur rimanendo identica nella sostanza.

Ci siamo sentiti fortunati a vivere tutto ciò.

Passato il tempo dell’apprendista, fatta la scelta dell’insegnamento, di dedicarmi a tramandare un’esperienza così forte, è nata l’idea di proporre qualcosa che potesse ricreare quelle sensazioni, quei modelli, quell’intensità che era penetrata nel profondo di me stesso, accendendo passioni ed energie per affrontare l’avventura della vita.

Per questi ed altri motivi, dieci anni fa è scoccata la scintilla…

Eravamo x montagne in visita alla diga del Vajont, per comprendere la storia e vedere i luoghi di quella grandiosa quanto drammatica e triste vicenda…

Lassù immersi in quattro metri di neve a ciaspolare, abbiamo conosciuto Francesco Fazzi, guida alpina zoldana, con cui abbiamo trovato comuni punti di vista pur venendo da esperienze diverse…

E’ stato un breve scambio di parole ed in un batter di ciglia, tra un “pastin” (piatto tipico a base di carne) ed una birra, eravamo già a far progetti, scambiarci numeri, vagliare possibilità logistiche…

L’estate di quello stesso anno viaggiavamo verso nord: direzione Dolomiti.

Primo stage di Judo e Montagna organizzato da Garyu.

Il progetto era tanto ambizioso quanto pieno di incognite.

Proporre qualcosa che si distaccasse dalle consuete settimane di sola pratica di Judo in materassina (sicuramente sempre valide), per tentare di trovare affinità elettive tra due realtà: quella condensata, formale e conosciuta del tatami e quella ampia, inconsueta, istintuale e selvaggia della montagna, vissuta nella maniera più vivida ed essenziale.

Da allora abbiamo sperimentato, sondato, provato, azzardato e messo a punto un programma di attività che tenesse l’equilibrio tra le esigenze del gruppo che ogni anno si formava (diverso per aspettative, esigenze, età, sesso ed esperienza) e gli intenti idealistici della settimana.

Ma il nocciolo è rimasto sempre quello: una settimana insieme, in uno dei posti più belli del mondo, con programma forte-bello-pungente, diviso tra Judo ed attività di montagna in completa autonomia di tempo e di spazio.

Lo spazio e il tempo dell’Avventura! Notte e giorno!

Cercando in ogni gesto, “il gesto”!

Alla ricerca di noi stessi e dello stato di grazia.

La location dello stage è cambiata x tre volte nel corso di questo decennio: all’inizio eravamo a Pralongo in un albergo sopra Forno di Zoldo, poi ci siamo spostati al passo Duran in un rifugio gestito, con ai lati i due giganti della Moiazza e del San Sebastiano. Infine da tre anni siamo tornati nella val zoldana a Soramaè’ presso la casa Donadelli, con difronte in piena vista il re Pelmo.

Adiacente alla casa c’è un bello spazio pianeggiante su cui allestiamo una tensostruttura 8×8 chiudibile lateralmente, che ci permette, con un tatami a moduli ad incastro, di praticare judo la mattina presto e il tardo pomeriggio, al ritorno dall’attività in montagna.

Per il Judo spaziamo dalla lotta a terra (mattina) allo studio degli stati mentali del Randori (pomeriggio), utilissimi nell’affrontare la bellezza/severità della montagna.

Per la Montagna spaziamo da: trekking conoscitivi del territorio ad attività più tecniche come ferrate, vie alpinistiche, torrentismo, arrampicata sportiva.

Se le condizioni lo permettono una notte in sacco a pelo in alta quota, o un’alba dalla vetta, possono essere esperienze uniche!

Dopo una succulenta cena (la colazione è molto abbondante ed il pranzo è al sacco perché siamo per monti) e prima di piombare nelle braccia di Morfeo, ci ritroviamo a parlare: delle sensazioni della giornata trascorsa, di argomenti riguardanti il sociale, la natura, la realtà e perché no… la fantasia. Oppure vediamo un film che ci stimoli un dibattito…

Non per ultimo ci dedichiamo a massaggiarci per far drenare l’acido lattico e rilassare i muscoli di schiena e gambe.

La ricetta x vivere questa settimana alla grande?

E’ sempre molto soggettiva…

Di base serve amare lo stare in mezzo alla natura, affrontare con entusiasmo e spirito di adattamento ogni momento della giornata da soli e con gli altri, x superare l’impasse delle situazioni nuove che escono dalla personale “zona di conforto”.

Per il resto l’invito è di cercare di vivere (e non di sopravvivere) ogni singolo istante, di “cavalcare il drago” come si usa dire a Garyu e di scoprire quei segreti che sono tutto intorno a noi e che spesso, bloccati dalle pastoie della mente, non riusciamo a scorgere.

Per finire…

Queste sono solo parole e le parole possono solo parzialmente comunicare e raccontare.

Le esperienze vanno vissute e per fare questo… non indugiate!!

Giancarlo

“Andai nei boschi perché desideravo vivere con saggezza, per affrontare solo i fatti essenziali della vita, e per vedere se non fossi capace di imparare quanto essa aveva da insegnarmi, e per non scoprire, in punto di morte, che non ero vissuto. Non volevo vivere quella che non era una vita, a meno che non fosse assolutamente necessario. Volevo vivere profondamente, e succhiare tutto il midollo di essa, vivere da gagliardo spartano, tanto da distruggere tutto ciò che non fosse vita, falciare ampio e raso terra e mettere poi la vita in un angolo, ridotta ai suoi termini più semplici.”

– HENRY DAVID THOREAU, Walden. Vita nel bosco, 1854

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